Indice
Mercati
Nel mese di marzo, i mercati azionari globali hanno registrato un calo, portando con sé un primo trimestre negativo. Negli Stati Uniti, la pressione sui mercati si è intensificata a seguito dell’annuncio di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump, con gli indici principali che hanno archiviato il peggior trimestre dal dicembre 2022. In Europa, il ribasso è stato generalizzato, complice il riemergere delle tensioni commerciali e un contesto macroeconomico fragile. In Asia, il mercato giapponese ha proseguito il movimento correttivo già avviato a febbraio, mentre l’Hang Seng ha mostrato una leggera ripresa, chiudendo con un rialzo dello 0,8%, sostenuto dall’interesse verso il settore tecnologico.
Passando ai principali listini, il mese di marzo ha visto cali diffusi su tutte le principali piazze azionarie. Negli Stati Uniti, i tre principali indici hanno archiviato una delle peggiori letture mensili degli ultimi trimestri. Il Dow Jones ha chiuso con un calo del 4,2%, l’S&P 500 ha perso il 5,8%, mentre il Nasdaq 100 ha subito la flessione più marcata, con un ribasso del 7,7%.
In Europa, le vendite hanno interessato l’intero comparto azionario, con pochi segmenti in grado di reggere l’impatto. Unica eccezione è stata la difesa, sostenuta dalle attese di un rafforzamento strutturale della spesa militare a livello comunitario. Lo SMI ha chiuso a -3,1%, l’Eurostoxx 50 a -3,9%, il CAC 40 a -4,0%, il DAX a -1,7%, il FTSE 100 a -2,6% e il FTSE MIB a -1,6%. In Asia, il Nikkei ha terminato il mese in calo del 4,1%, estendendo la fase correttiva iniziata nel mese precedente. L’Hang Seng, al contrario, ha registrato un leggero rialzo dello 0,8%, beneficiando dell'interesse verso il comparto tecnologico, con focus sulle applicazioni legate all’intelligenza artificiale.
Nonostante il contesto complesso, tutti i principali listini europei hanno archiviato il primo trimestre in territorio positivo. Lo SMI ha segnato un +8,6%, l’Eurostoxx 50 un +7,8%, il DAX un +11,3%, il CAC 40 un +6,0%, il FTSE MIB un +10,0% e il FTSE 100 un +2,8%. Ancora più marcata la performance dell’Hang Seng, che con un progresso di +16,2% da inizio anno si conferma l’indice con la migliore performance tra i principali mercati sviluppati nel primo trimestre del 2025.
A marzo, i mercati obbligazionari hanno registrato un’inversione rispetto a febbraio, con un aumento dei rendimenti nei principali mercati europei, mentre negli Stati Uniti i movimenti sono stati più contenuti. Il Bund decennale è salito dal 2,41% al 2,74%, con aspettative rialzate su inflazione e spesa pubblica. In Svizzera, il rendimento del decennale è aumentato da 0,46% a 0,58%. Più stabile il Treasury statunitense, che ha chiuso il mese a 4,21%, nonostante la volatilità legata alle tensioni.
A marzo, l’oro ha superato i 3.100 USD/oncia, toccando un massimo storico di 3.128 USD. Il metallo prezioso si conferma una scommessa dell’anno, spinto dai flussi verso asset rifugio in risposta all’instabilità geopolitica e inflazione. L’argento ha chiuso a 34,09 USD/oncia, continuando la fase positiva.
Anche le criptovalute hanno risentito delle tensioni, mantenendo elevata volatilità. Bitcoin ha chiuso a 82.421 USD, limitando le perdite a -2,1%, mentre Ethereum ha corretto del 18,2%, chiudendo a 1.819 USD.
Economia
Nel mese di marzo, le principali banche centrali hanno adottato approcci differenziati in risposta all’evoluzione del contesto macroeconomico.
La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse nell'intervallo 4,25%-4,50%, in un contesto segnato da una revisione al ribasso delle stime di crescita e da un'inflazione superiore alle attese. Le nuove proiezioni indicano un PIL in crescita dell'1,7% per il 2025 (dal 2,1% precedente) e un’inflazione PCE al 2,7% (vs 2,5%). Il presidente Jerome Powell ha ribadito l'importanza di un approccio prudente, alla luce delle incertezze legate alle politiche commerciali e fiscali.
La Banca Centrale Europea (BCE) ha tagliato di 25 punti base i tre tassi di riferimento, portando quello sui depositi al 2,50%. Il rallentamento dell’inflazione — scesa al 2,2% a marzo — e il peggioramento delle prospettive di crescita nell’area euro hanno giustificato l’intervento, coerente con un orientamento ormai più accomodante.
Anche la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha abbassato il tasso di riferimento di 25 punti base, portandolo allo 0,25%. La decisione è stata giustificata da un’inflazione particolarmente contenuta (0,3% a febbraio, il livello più basso degli ultimi quattro anni) e dal deterioramento del quadro macroeconomico, condizionato anche dalle tensioni commerciali globali. La BNS ha inoltre ribadito la possibilità di intervenire sul mercato valutario per garantire la stabilità dei prezzi.
Geopolitica
Nel mese di marzo, l’amministrazione Trump ha annunciato una nuova ondata di dazi, tra cui una tariffa del 25% su tutte le auto importate, con misure “reciproche” estese a numerosi partner commerciali. Queste decisioni hanno alimentato le tensioni globali e creato timori di ritorsioni, con potenziali rallentamenti negli scambi internazionali. Inoltre, le dichiarazioni del presidente Trump riguardo al presidente ucraino Zelensky e alla possibile revisione dell'accordo strategico sulle terre rare hanno ulteriormente complicato i rapporti tra Stati Uniti e Ucraina, in un momento delicato del conflitto con la Russia.
Nel frattempo, l'Unione Europea ha presentato il piano “Readiness 2030”, volto a rafforzare l’autonomia difensiva del continente, con un obiettivo di mobilitare fino a 800 miliardi di euro entro il 2030. Questa iniziativa, che include flessibilità fiscale per gli Stati membri e nuovi strumenti di finanziamento per progetti militari comuni, risponde alla crescente necessità di rafforzare la prontezza strategica, anche alla luce delle incertezze relative alle relazioni transatlantiche.
Conclusioni
L’allocazione del portafoglio è stata aggiornata, con un leggero underweight sull’azionario, mentre l’allocazione obbligazionaria è stata ridotta in termini di duration rispetto al benchmark. La liquidità è mantenuta in overweight, coerentemente con il posizionamento precedente. I metalli preziosi restano invariati, continuando a essere overweight, con l’oro che continua a offrire protezione in un contesto di elevata incertezza.
In considerazione della forte volatilità dei mercati, reputiamo importante il monitoraggio quotidiano, che ci consente di adattare tempestivamente l’allocazione in base alle dinamiche emergenti. La nostra attenzione costante alle evoluzioni macroeconomiche e geopolitiche ci permette di ottimizzare i rendimenti, bilanciando i rischi e garantendo una gestione attiva e reattiva del portafoglio.
Allocation
Liquidity
Bonds
Equity
Precious metals & Commodities
Geo-tactical allocation
Switzerland
Western Europe ex Switzerland
North America
Latin America
Asia Pacific
Top sectors
- Financials
- Consumer discretionary
- Communication services
Market data (dati al 31.03.2025)
Event calendar
Legend
CPI: Consumer Price Index GDP: Gross Domestic Product FOMC: Federal Open Market Commitee BOJ: Bank of Japan |
FED: Federal Reserve System EIB: European Investment Bank BOE: Bank of England SNB: Swiss National Bank |
ZEW: Zentrum für Europeische Wirtschaftsforschung (Center for European Economic Research) YoY: Year on Year MoM: Month on Month |
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